Didier Pironi: “Tra cielo e mare”

L’esistenza di Didier Pironi nel circus della Formula 1 fu segnata da quel Gran Premio di domenica 25 aprile 1982. Giorno in cui la sua Ferrari 126 C2 sfidò sull’asfalto di Imola il squadra Villeneuve, innescando quel duello impresso nella mente di molti tifosi.
Didier Pironi fu un pilota che si costruì la sua carriera a poco a poco dove dece tesoro di tutte le esperienze. Proveniente da una famiglia di origini friulane, Pironi salì con costanza tutti i gradini che lo portano in F1.
Il successo nel GP di Montecarlo di F3 lo fece approdare alla Tyrrell dove andò a punti in quattro delle sue prime sei gare in nella categoria regina del motorsport. Nello stesso anno, il 1978, si aggiudicò in coppia con Jean-Pierre Jaussaud la 24 Ore di Le Mans con la Renault.
Passò alla Ligier nel 1980 dove vinse il suo primo Gran Premio della carriera in Belgio. Ben presto iniziò a la sua scalata diventando molto veloce e ottenendo subito alcune pole position. Enzo Ferrari si accorse subito del pilota francese e così lo ingaggiò per la stagione ’81 al fianco di Gilles Villeneuve; erano l’anno della 126 CK e del turbo.
Il canadese si adattò subito alla nuova vettura portala al successo per due volte. Arrivò il 1982 con tante speranze per Maranello. Pironi si aggiudicò la vittoria a Imola superando Villeneuve all’ultimo giro e innescando una lite con l’amico e compagno di squadra che lo accusò di non aver rispettato i patti e gli ordini del box. Quindici giorni dopo Villeneuve fu vittima del tragico incidente di Zolder. Didier si aggiudicò poi il GP d’Olanda e andò in testa al mondiale, ma a Hockenheim, sotto la pioggia, urtò la Renault di Prost e si ruppe le gambe.
Costretto ad abbandonare la Formula 1 si dedicò all’offshore con uno scafo di sua progettazione: morì in mare in un incidente.
Pochi mesi dopo la sua morte, la sua compagna Catherine Goux diede alla luce due gemelli, che chiamò Didier e Gilles.
Il modello
Il modello in scala 1/43 della Ferrari 126 C2 del 1982 guidata da Didier Pironi.