La Ferrari 330 di Phil Hill e Olivier Gendebien vince la 24 Ore di Le Mans 1962

Il 23 e 24 giugno 1962 si è corsa la trentesima edizione della 24 Ore di Le Mans, purtroppo il parco partecipanti, a prima vista, non sembrava entusiasmante.
La lunga diatriba tra la Federazione Internazionale e gli organizzatori della classica francese aveva un pò disorientato le Case automobilistiche e le squadre: in origine avrebbero dovuto correre solo le vetture Gran Turismo, poi erano state ammesse anche le Sport, sebbene fuori classifica, quindi era stata letteralmente tirata fuori dal cilindro la nuova categoria “Sperimentale” che avrebbe ricompreso tutte le ex Sport.
Conseguenza di tanta confusione fu una partecipazione piuttosto frammentata, con la nuova categoria Sperimentale affollata di vetture di tutte le cilindrate e di ogni tipo.
Accadde così che la “normalissima” Ferrari 250 GTO del NART affidata a Bob Grossman e Fireball Roberts fosse inserita nella nuova categoria per avere l’impianto dei freni leggermente modificato.
Poi c’erano tutte le tradizionali piccole Sport, con cilindrate comprese tra gli 850 e 1500 cm cubi, preparate per vincere la prestigiosa classifica all’indice di prestazione, quindi la nuova Aston Martin DP 212, forse l’unico Prototipo veramente sperimentale presente in quanto realmente configurazione di una vettura di prossima produzione, e le spettacolari Maserati 151 coupè a motore anteriore, dal muso lunghissimo e la coda tronca, gestite da Briggs Cunningham e dalla Maserati France.
La Ferrari schierava in forma ufficiale, oltre alla 330 TR per Phil Hill e Olivier Gendebien, anche la 246 SP per i fratelli Pedro e Ricardo Rodriguez, la 268 SP a 8 cilindri per Ludovico Scarfiotti e Giancarlo Baghetti e la 250 GTO con motore 330 da 4 litri per Lorenzo Bandini e Mike Parkes.
A queste vetture si affiancavano un paio di vecchie 250 Testa Rossa schierate dalla Scuderia Serenissima e dal NART, rispettivamente per Joakim Bonnier/Dan Gurney e Buck Fulp/Peter Ryan. Ancora la Scuderia veneta schierò una 250 GT Berlinetta passo corto con la particolarissima carrozzeria tronca “Breadvan” disegnata da Piero Drogo. Il primo giro della 24 Ore di Le Mans si concluse con in testa l’Aston Martin DP 212 di Graham Hill e Richie Ginther, col prossimo Campione del Mondo inglese di F1 al volante.
Dopo poche curve del secondo giro, Gendebien prese la testa e si potrebbe anche dire che la 24 Ore di Le Mans 1962 sia finita lì. Solo per un brevissimo periodo la Maserati 151 di Kimberly e Thompson riuscì a condurre la gara, poi fu un lunghissimo monologo di Gendebien e Phil Hill. Qualche emozione la fornirono Mike Parkes, finito fuori strada con la sua 250 GTO 4 litri e costretto a spalare a mani nude la sabbia nel tentativo, riuscito, di riprendere la corsa, e i soliti, generosissimi fratelli Rodriguez, gli unici a restare per qualche tempo nello stesso giro dei leader, prima di essere costretti al ritiro.
Nell’ultimo terzo di gara, durante le ultime otto ore Phil Hill e Olivier Gendebien, rimasti ormai senza rivali pericolosi, abbassarono notevolmente il ritmo, anche a causa di un piccolo problema al cambio che indusse i due esperti piloti a gestire senza forzature e con estrema tranquillità la situazione.
Sul podio la coppia di piloti vincitori brindò col tradizionale champagne versato in eleganti calici di cristallo, poco dopo il belga annunciò il suo definitivo ritiro dalle corse.
Il modello della Ferrari 330 LM TRI
Per l’occasione la Red-Line ha creato il versione 1/43 la Ferrari 330 LM TRI numero 6 che ha vinto la 24 di Le Mans anno 1962, pilotata da Olivier Gendebien e Phil Hill.